Sacrario - cadutisenzacroce

Vai ai contenuti

Sacrario

Sacrario

Le Stazioni del Sacrario

Stazione I – SANITÀ MILITARE e CAPPELLANI MILITARI - portatori di fraterno amore, con il combattente spartimmo le dolenti note del Calvario - SUSSISTENZA - praevidit ac previdet- AUTIERI - fervent rotae, fervent animi.

Stazione II - FINANZIERI - nec recisa recedit - GUARDIE di P.S. - sub lege libertas.

Stazione III - CARABINIERI - usi obbedir tacendo e tacendo morir.

Stazione IV - AVIATORI - infranta l'ala, sempre più in alto dal martirio scaturì

l'impeto della Vita. - Virtute siderus tenuc.


Stazione V - MARINAI - dal mare si leva il murmure dell'ultima preghiera degli Eroi: Dio protegga l'Italia!

Stazione VI - CAVALLERIA - in sella od in trincea, del Cavalier e del Fante sposammo ardimento e sorte. CARRISTI - ferrea mole, ferreo cuore: l'inosabile fu nostra legge e nostro amore. Stazione VII - PARACADUTISTI - come folgore dal cielo e per rincalzo il cuore.

Stazione VIII - REPARTI D'ASSALTO - BATTAGLIONI CC.NN. - nell'ultimo assalto spezzammo nell'ardimento il sogno, e nel cantico dell'olocausto eternammo la Vita.

Stazione IX - GENIERI - del Fante furono con noi gloria e martirio.

Stazione X - ARTIGLIERI - con incrollabile fede e tenacia sempre e ovunque.

Stazione XI - ALPINI - ovunque ci chiamò amor di Patria il nostro sangue tramutò in valanga.

Stazione XII - GRANATIERI - di noi tremò la vecchia Gloria - tre secoli di storia e una Vittoria.

Stazione XIII - BERSAGLIERI - actu impetuque primos.

Stazione XIV - FANTI - semenza d'ogni trincera, impeto e martirio furon del Fante viatico per l'eternità.

L’interno della  Cappellina di Monte Zurrone



Particolare dell’Urna contenente l’elenco dei 145.000 Caduti senza Croce all’interno della  Cappellina di Monte Zurrone



Particolare del Cippo donato nel 1972 degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati e situato nelle vicinanze della Cappellina a Monte Zurrone



All'inizio della scalea di accesso al piazzale del Sacrario in un masso di roccia del Gottardo parole ammoniscono: Se curiosità o fede - quassù t'abbiano spinto - rispetto e silenzio dona - a questo luogo di Sacre Memorie. - Qui - le mortali disperse spoglie - di 145.000 soldati d'Italia - ovunque caduti per la Patria - riposano nei loro nomi immortali. - Africa-Balcania-Francia-Germania-Grecia-Italia-Russia - cieli d'Europa - Mediterraneo-Atlantico-Mar Rosso - 1940-1945. Poi sulla destra è la stele offerta dagli esuli zaratini a ricordo della martire città adriatica; pregevole opera in marmo e pietra dura dello scultore patavino Lodovico Vuccinillo, presenta nel bronzo la pianta dell'antica Zara con la leggenda «Zara, che l'italica Fede votò al martirio, con i suoi morti ricorda i Caduti senza Croce. - Gli esuli zaratini in segno di amore e di speranza»(Vedi foto). - Poco discosta, è la stele donata dall'Associazione naz. vittime civili di guerra a ricordo dei Civili caduti senza Croce; costituita da un blocco di pregiato marmo di Carrara sbozzato dal lavoro degli artigiani marmisti di quella città, volontariamente offertisi, reca la leggenda: «In memoria dei Caduti civili di guerra rimasti insepolti, perché riposino sotto il segno della Croce, e sul mondo si levi l'ala della pace ad affratellare i popoli».

Sulla sinistra è l'Ara in memoria delle truppe indigene italiane d'Eritrea, Somalia, Libia immolatesi per l'Italia in terra d'Africa. Medaglia d'oro al valor militare alle Bandiere dei Corpi truppe indigene dell'Eritrea, della Somalia, della Libia. - Due medaglie d'oro al valor militare al gagliardetto del IV battaglione eritreo Toselli. - È raffigurata l'Ara da un blocco di pietra dura del Gottardo da cui balzano, artisticamente stilizzati, i volti di tre Ascari: l'eritreo, il somalo, il libico; leggenda «Eritrea, Somalia, Tripolitania, Cirenaica, Etiopia 1889-1941 - Ovunque rifulsero fedeltà valore sacrificio». - Realizzata in collaborazione con l'Istituto nazionale del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare e con l'Associazione nazionale reduci d'Africa, l'Ara è espressione viva dell'estro artistico dello scultore vicentino Bruno Crosara.

Nel piazzale del Sacrario, a destra, un frammento di roccia del Carso è dono fraterno dei combattenti triestini; a sinistra un blocco cilindrico di pietra dura, la stessa usata dal Vanvítelli per la Reggia di Caserta, sormontata dagli stemmi in bronzo di Fiume, della Dalmazia, dell'Istria - dono delle Comunità fiumane dalmate istriane in esilio nella grande Patria Italia - ricorda: «dal martirio delle genti d'Istria Fiume Dalmazia erompe il grido eterno della fede e della passione: ITALIA!».

Il Sacrario, dovuto all'ardita concezione artistica dell'insigne architetto fiorentino prof. Enríco Miniati, è costruzione conica in pietra, su cui si levano alti e maestosi, i 14 metri della Croce luminosa, dono della Gente di Toscana; sotto, in apposita celletta è la Campana del Caduto senza Croce, dono del Parroco e della Gente di Roccaraso. - Il modesto spazio sepolcrale del Sacrario è protetto da artistico cancello in ferro battuto che, in armoniosa sintesi di reticolato da trincea, rinserra gli elmetti di guerra della 1915-18 e della 1940-45. - All'esterno, lateralmente, due lastroni in marmo, dono della città di Carrara, recano le scritte: una, è quella dianzi citata: « Fratelli che in lontane terre cadeste... » e l'altra: «O dolce campana di serenità fasciata, e quassù voluta del riconoscente affetto degli italiani, la tua squilla si diparta da questo monte d'Abruzzo, e porti ai Soldati d'Italia ovunque sepolti senza Croce, il materno saluto della Patria che in eterno ne custodisce la sacra memoria ».

Ai lati del cancello due obici da montagna ed ai fianchi del Sacrario due mitragliatrici; armi che appartennero a reparti combattenti e cedute dal Ministero della Difesa. - Sul retro del Sacrario in un masso di pietra dura del Gottardo, dono della città di Vicenza, la leggenda: «Vento, che in lontananze di monti di piane di mari, lambisti ignote sepolture di tanti Soldati d'Italia, e quassù giungi con il tuo possente ansito, lascia su queste pietre il tuo messaggio d'amore ed oltre vai».

L'interno del Sacrario è di una commovente francescana semplicità: sulla parete centrale un grande mosaico dovuto all'arte pittorica di Padre Spinillo religioso nell'Ordine Domenicano e valente artista, realizzato dall'Accademia ravennate del mosaico e dono della città di Ravenna, raffigura la Madonna del Soldato e veglia sulla pietra sepolcrale entro cui sono custoditi i «Ruolini dei Caduti senza Croce» - I fregi in bronzo delle varie Armi e Corpi, fissati alla pietra, fanno corona alla scritta DISPERSE LE OSSA - QUI SONO SOLTANTO I LORO NOMI - I fregi sono stati donati dalle varie Associazioni d'Arma.

Fanno corona urnette in bronzo donate da scolaresche di varie località, nelle quali sono terra, sabbia, pietra, acqua dei vari settori di guerra e dei mari, muti testimoni del sacrificio dei soldati e dei marinai d'Italia. Dinnanzi al Sacrario un altare da campo e scolpite in un piccolo masso di pietra le parole: Innanzi a quest'Ara - da cui ombre roride di giovinezza - si elevano - ad eternità di leggenda - se sei credente sosta e prega - se non lo sei medita e taci.

Tutte le iscrizioni sono state dettate dal col. Vincenzo Palmieri che, ideando, e realizzando il Sacrario di Monte Zurrone, volle esaudire il desiderio del fratello Luigi, ufficiale caduto in Bosnia, medaglia d'argento al v.m. alla memoria.

Torna ai contenuti